Siria, Usa: Russia corresponsabile attacco Ghouta Est

Washington (Usa), 8 apr. (LaPresse/AFP) – Gli Stati Uniti hanno condannato duramente il presunto attacco con armi chimiche nella Ghouta orientale, affermando che la Russia sarebbe responsabile a causa del suo “sostegno costante” al regime. Douma, l’ultima roccaforte dell’opposizione nella Ghouta orientale, è stato colpito da nuovi attacchi aerei che hanno ucciso 70 civili in circa 24 ore – mentre 11 persone hanno manifestato anche problemi respiratori. I primi soccorritori hanno accusato le forze fedeli al presidente Bashar al-Assad di usare gas velenoso al cloro. “Queste informazioni, se confermate, sono orripilanti e richiedono una risposta immediata da parte della comunità internazionale”, ha detto in una nota la portavoce del Dipartimento di Stato americano, Heather Nauert, “il regime di Assad e i suoi sostenitori devono essere ritenuti responsabili e ogni ulteriore attacco deve essere impedito immediatamente”. “La Russia, con il suo incrollabile sostegno per il regime, alla fine si assume la responsabilità di questi attacchi brutali”, ha aggiunto.

Nauert ha ripetuto le precedenti dichiarazioni degli Stati Uniti secondo cui Mosca “ha violato i suoi impegni nei confronti delle Nazioni Unite come garante” e ha messo in dubbio l’impegno del Cremlino a porre fine alla crisi.

“La protezione da parte della Russia dal regime di Assad e il fallimento nel fermare l’uso di armi chimiche in Siria mettono in discussione il suo impegno a risolvere la crisi globale e le maggiori priorità di non proliferazione”, ha detto la portavoce del Dipartimento di Stato, invitando Mosca a unirsi agli sforzi internazionali per prevenire ulteriori attacchi.

 Il regime siriano è stato ripetutamente accusato di usare armi chimiche, con le Nazioni Unite tra coloro che hanno incolpato le forze governative di un attacco con gas sarin nel villaggio di Khan Sheikhun in mano all’opposizione nell’aprile 2017. Da febbraio l’offensiva del regime in Ghouta ha ucciso più di 1.600 civili. Il regime ha usato una combinazione di feroce assalto militare e due ritiri negoziati per svuotare il 95% dell’enclave vicino a Damasco, ma i ribelli sono ancora trincerati nella sua più grande città, Douma.

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