Ucraina, Putin minaccia: “Risposta fulminea se l’Occidente interviene”. In Azovstal 600 feriti

Il presidente russo Vladimir Putin si rivolge a una riunione del Consiglio dei legislatori sotto l'Assemblea federale russa al Palazzo Tauride, a San Pietroburgo, in Russia, mercoledì 27 aprile 2022. (Alexei Danichev, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)

MILANO“Se qualcuno dall’esterno intende interferire in ciò che sta accadendo in Ucraina, la risposta della Russia sarà fulminea”. L’avvertimento minaccioso di Vladimir Putin giunge nel pieno dello scontro sul gas fra Mosca e l’Occidente dopo lo stop alle forniture di gas russo a Polonia e Bulgaria (Paesi membri Ue e anche Nato). “Abbiamo tutti gli strumenti. Quelli di cui nessuno può vantarsi ora. Noi non ci vantiamo” ma “se necessario li useremo. E voglio che tutti lo sappiano”, prosegue il leader del Cremlino, secondo cui è fallito il piano dell’Occidente per “strangolare economicamente” la Russia.

Sul campo i combattimenti continuano nell’est dell’Ucraina con un fronte perlopiù statico di circa 480 chilometri. Da Mariupol, da dove oggi non ci sono stati corridoi umanitari, arrivano foto dell’orrore dell’acciaieria Azovstal che mostrano le condizioni precarie di un ospedale, privo di medicine, allestito in uno dei rifugi: si vedono persone con arti dilaniati e amputati su materassi buttati a terra, feriti sottoposti a interventi in locali fatiscenti.

Il tutto mentre Serhiy Volyna, comandante della 36esima brigata dei Marine ucraini, in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook ha riferito che nell’acciaieria ci sono 600 feriti tra militari e civili. Le autorità ucraine accusano la Russia di avere usato bombe al fosforo ad Avdiivka (nella regione di Donetsk). Mosca, dal canto suo, sostiene di avere distrutto un hangar con armi inviate a Kiev dagli Usa e dall’Ue; mentre in territorio russo un deposito di munizioni era ancora in fiamme stamattina nella regione di Belgorod a seguito di diverse esplosioni.

In questo contesto, Putin ha ribadito che “gli obiettivi dell’operazione speciale russa” – questo il modo in cui Mosca chiama la guerra in Ucraina – “saranno portati a termine”: “tutti i compiti dell’operazione militare speciale condotta da noi nel Donbass e in Ucraina saranno adempiuti al fine di garantire la sicurezza dei residenti delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, della Crimea russa e di tutto il nostro Paese”, ha detto il presidente russo. Secondo Kiev, la guerra potrebbe durare fino al prossimo anno: “La cessazione della fase attiva” dei combattimenti “nel Donbass non significa la fine della guerra. Ci saranno ancora azioni tattiche, incursioni, guerre”, ha detto il consigliere della presidenza ucraina, Oleksiy Arestovych.

“Prima questa guerra finisce, meglio è per il bene dell’Ucraina, della Russia e del mondo”, sono state le parole del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres al suo arrivo in Ucraina all’indomani del suo incontro con Putin in Russia. “Continueremo il nostro lavoro per estendere il sostegno umanitario e garantire l’evacuazione di civili da zone di conflitto”, assicura. La sua visita giunge in un momento in cui dal punto di vista diplomatico la tensione è altissima: oltre allo scontro verbale in atto sul gas, la Russia ha introdotto il divieto di ingresso nel Paese per 287 parlamentari britannici della Camera dei Comuni e ha anche annunciato il suo ritiro dall’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto), agenzia Onu con sede a Madrid, e l’Ue lavora a un sesto pacchetto di sanzioni che dovrebbe essere discusso e forse approvato la prossima settimana.

La Turchia, per bocca del suo ministro della Difesa Hulusi Akar, ha fatto sapere che spera in un incontro fra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky nei prossimi giorni; ma su questo non ci sono novità. E Zelensky ha accusato Mosca di voler “smembrare l’Europa centrale e orientale”. Su questo sfondo è arrivata la notizia di uno scambio di prigionieri fra Mosca e Washington: la Russia ha rilasciato Trevor Reed, ex marine del Texas arrestato nell’estate del 2019; e gli Usa hanno acconsentito a rilasciare Konstantin Yaroshenko, pilota russo che stava scontando una pena detentiva federale di 20 anni in Connecticut relativa a traffico di cocaina negli Stati Uniti, dopo essere stato arrestato in Liberia nel 2010 ed estradato negli Usa.

“I negoziati che ci hanno permesso di portare Trevor a casa hanno richiesto decisioni difficili che non prendo alla leggera”, ha detto il presidente Usa Joe Biden. L’accordo a sorpresa, che sarebbe stata una notevole manovra diplomatica anche in tempi di pace, è tanto più straordinario in quanto arriva nel momento in cui, a causa della guerra in Ucraina, le relazioni tra Mosca e Washington sono al loro punto più basso da decenni. Ma un alto funzionario dell’amministrazione Biden si è affrettato a sottolineare che questo scambio di prigionieri non cambia l’approccio con Mosca: “Dove possiamo avere discussioni su questioni di reciproco interesse, cercheremo di parlare con i russi e avere una conversazione costruttiva, senza cambiare in alcun modo il nostro approccio alla spaventosa violenza in Ucraina”.(LaPresse)

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