Reggio Calabria, in ospedale il cartone usato al posto del gesso: tra bufala e realtà. Ma sul caso indagano i Nas

Sabato mattina un paziente è arrivato al pronto soccorso medicato con del cartone, la direzione sanitaria: è un'immobilizzazione d'emergenza effettuata sul luogo dell'incidente. Ma l'immagine della medicazione è diventata virale

REGGIO CALABRIA – “Nell’ospedale di Reggio Calabria i pazienti sono medicati con pezzi di cartone”. Una frase forte che condita con un’immagine insolita (un piede fasciato proprio con del cartone) è diventata virale. Il mix di parole e ‘scatto’ però va districato tra due poli antitetici: da un lato la ‘bufala’ da web, dall’altro la verità.

Tra bufale e verità

Cominciamo dai fatti concreti. Un paziente, di sesso maschile, la mattina del 28 luglio scorso è realmente giunto in pronto soccorso. Era arrivato in ospedale alle 9 e 32, codificato con codice giallo, già immobilizzato sul luogo dell’incidente con del cartone. Dunque la medicazione di fortuna c’è stata davvero.

Assume i contorni della ‘bufala’, della notizia ‘gonfiata’, invece, il voler far passare come dato certo che una procedura del genere (emergenziale) venga eseguita con frequenza all’interno del nosocomio reggino.

La nota della direzione sanitaria dell’ospedale

Stando a quanto comunicato dalla direzione sanitaria le cure di cartone non sarebbero state messe in atto per assenza di garze e gesso, ma solo per agire tempestivamente: una pratica che non appare neppure troppo desueta quando si è costretti ad intervenire in tempi rapidi e direttamente sul luogo dove è avvenuto l’incidente. “L’immobilizzazione provvisoria – hanno fatto sapere dal nosocomio  – non è stata rimossa per non provocare ulteriori dolori e poter effettuare le radiografie senza interferenza”. L’ingessatura, infatti, “è avvenuta dopo il ricovero in reparto”.

Ha provato a sgonfiare la polemica anche il dottore Angelo Ianni, primario del reparto di ortopedia di Reggio Calabria. “Da noi il cartone non è uno strumento di cura né di medicamento”.

Ha cercato di non far passare in sordina la questione, invece, Guido Quici, presidente del sindacato dei medici, veterinari e odontoiatri: “La situazione creatasi al pronto soccorso di Reggio Calabria è l’infelice evidenza di un  male più volte già denunciato”.

L’inchiesta dei Nas

Sul caso indagheranno i Nas. Giulia Grillo, Ministro della Sanità, ha ritenuto quanto accaduto “di una gravità estrema”. “Nessuno vuole sottovalutare le difficoltà in cui gli operatori svolgono la loro attività, ma sono evidenti le carenze organizzative”. E’ stata la titolare del dicastero a comunicare che militari dell’Arma sono al lavoro sul caso.

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