Carabiniere ucciso, il killer fu sottoposto a fermo due volte e disse: “Ve la farò pagare”. Il pm: “Ha sparato fin quando non ha finito i proiettili”

La tragedia nella piazza di Cagnano Varano, nel Foggiano

© LaPresse-Donato Fasano

FOGGIA – Senza motivo. Almeno pero ora. L’assassinio del maresciallo maggiore dei carabinieri Carlo Di Gennaro ucciso ieri mattina dopo un conflitto a fuoco nella piazza principale di Cagnano Varano, provincia di Foggia, sarebbe avvenuto senza movente. Almeno secondo la prima ricostruzione dei fatti. Giuseppe Papantuono, che ha ucciso a colpi di pistola Di Gennaro e ferito Pasquale Casertano, “Nei giorni scorsi aveva subito due controlli. Nel primo è stato trovato in possesso di dosi di cocaina. Giorni dopo è stato trovato in possesso di un coltello. Fu condotto in caserma per il sequestro e rilasciato. In maniera generica aveva detto: ‘Ve la farò pagare'”, lo afferma il procuratore di Foggia Ludovico Vaccaro. Domani ci sarà l’autopsia.

La dinamica: “Si è fermato quando il caricatore era vuoto”

Era in strada e ha chiamato i carabinieri. Non appena il militare ha abbassato il finestrino, l’uomo ha sparato. Si è fermato solo quando il caricatore era vuoto. Voleva impossessarsi anche delle pistole dei militari. Poi si è aggrappato allo sportello dell’auto dei militari ed è rimasto aggrappato fino a quando l’auto non ha svoltato a sinistra. A quel punto è caduto“, sono le parole choc del procuratore.

Per la premeditazione si attendono le parole del killer, i carabinieri: “Di Gennaro sarebbe diventato comandante”

Per ora non è stato contestato al killer il reato di omicidio con premeditazione. “La scelta è stata quella di attendere le sue dichiarazioni prima di procedere a questa accusa“. Attestati di stima anche dal comandante dei Carabinieri di Foggia, Marco Aquilio, che ha specificato: “Era un bravissimo maresciallo che sapeva fare il carabiniere a tutto tondo. Era disponibile nei confronti della popolazione più debole e determinato con i criminali. Sicuramente a breve sarebbe diventato comandante di stazione”.

La procura: “Nell’atteggiamento vedo il collegamento con le organizzazioni criminali”

L’atteggiamento ‘culturale’. E’ su questo che ha posto i riflettori il procuratore Vaccaro: “L’atteggiamento culturale che porta a reagire a dei controlli e a sparare contro lo Stato: tutto questo esprime un livello di avversione verso lo Stato. In questa mentalità ci vedo il collegamento con la criminalità organizzata“.

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