Clan dei Casalesi, con Emanuele Libero Schiavone fuori è rischio faida

Il delfino del boss Francesco Sandokan su input del fratello Ivanhoe potrebbe innescare uno scontro con i sanciprianesi

CASAL DI PRINCIPE – Sono la ricchezza ostentata dagli imprenditori diventati ‘grandi’ grazie agli Zagaria e i recenti successi finanziari dei sanciprianesi che generano rabbia, ora, in Ivanhoe Schiavone. Le indagini coordinate della Direzione distrettuale antimafia di Napoli negli ultimi anni sono riuscite ad indebolire la fazione mafiosa che fa riferimento al padre, il boss ergastolano Francesco Sandokan: molti dei colletti bianchi che garantivano denaro alla famiglia sono stati arrestati e gli affiliati di spicco che erano tornati in libertà e avevano provato a riprendere il business delle estorsioni pure sono stati subito rispediti in cella. Poi ci sono le collaborazioni con la giustizia dei fratelli, Nicola e Walter Schiavone, seguiti dalla mamma Giuseppina Nappa (che ha aderito al programma di protezione offerto ai figli). E a completare il quadro di crisi della compagine c’è l’assenza di un personaggio che abbia la giusta caratura criminale per imporsi. E così, in questi anni, le altre cosche hanno preso il sopravvento su quella di Sandokan.

A documentare il complesso di inferiorità che prova Ivanhoe sono stati gli agenti della Squadra mobile di Caserta: nell’inchiesta che ha portato l’anno scorso all’arresto dei nuovi vertici del gruppo Bidognetti e anche di affiliati alla compagine Schiavone, gli investigatori hanno inserito diverse intercettazioni riguardanti conversazioni proprio tra Ivanhoe e il genero di Francesco Bidognetti, Vincenzo D’Angelo (da dicembre 2022 collaboratore di giustizia). Era febbraio 2021 quando si videro nei pressi del bar Guida, a San Cipriano d’Aversa, e iniziarono a discutere della crescita economica di Emilio Martinelli ‘o barone, figlio del killer Enrico. Il giovane, ora in carcere cautelarmente con l’accusa di mafia, è ritenuto dagli inquirenti il nuovo capo dell’ala sanciprianese (avrebbe prima affiancato Oreste Reccia e poi preso il suo posto). E da quella chiacchierata ascoltata dai poliziotti è emerso l’astio che gli Schiavone provavano (e provano) nei confronti di ‘o barone. Ivanhoe sfogandosi, mostrando tutta la sua frustrazione a D’Angelo, evidenzio che con la prossima scarcerazione del fratello Emanuele Libero (lascerà la prigione nell’estate 2024), il delfino del papà capoclan (lo è diventato dopo il pentimento di Nicola), il suo gruppo si sarebbe potuto rimettere in forze.

E in uno scenario che vede gli Schiavone intenzionati a riguadagnare campo, in un contesto dove gli affari più accessibili alle nuove leve della malavita sono droga, truffe e pizzo (la cui contesa genera violenza fisica), lo scontro con l’area Martinelli potrebbe essere inevitabile. D’Angelo e Ivanhoe, nel prosieguo della loro chiacchierata, parlarono dei recenti pentimenti, che avevano interessato le loro organizzazioni, e di alcuni imprenditori che, sebbene avessero approfittato dei vantaggi derivanti dai legami con il clan, soprattutto con l’area Zagaria, non temevano adesso di ostentare le loro ricchezze perché convinti di non essere sottoposti a indagini.

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