M5S, torna la ‘linea dura’ per recuperare consensi. Niente sconti alla Lega

Di Maio non può permettersi alcun passo falso nell'organizzazione della campagna elettorale, a cominciare dai capilista, che non potranno più essere scelti dagli attivisti

Foto Vincenzo Livieri / LaPresse in foto Luigi Di Maio

MILANO Luigi Di Maio è sotto pressione. Gli ultimi sondaggi piombati sulla scrivania del capo politico M5S sono molto preoccupanti. La tendenza media, infatti, indica sì una ripresa pentastellata, ma in una forchetta che oscilla tra 20-21% e 23-24 punti percentuali. Un crollo di consensi che potrebbe essere reso ancora più doloroso dall’effetto primarie del Partito democratico, in risalita verso il 20% dopo l’elezione di Nicola Zingaretti a segretario.

Di Maio cerca consensi, crescono i numeri della Lega

Gli ‘analisti’ cinquestelle predicano calma, ricordando che questo è un fattore ‘naturale’, come quando una società di calcio esonera l’allenatore per dare la scossa alla squadra: solitamente i primi risultati con il nuovo tecnico sono positivi. Di tempo per attendere l’assestamento dem, però, il Movimento non ne ha. Alle elezioni europee mancano poco più di due mesi e la Lega continua a mantenere un distacco sostanzioso dagli alleati: per Matteo Salvini e i suoi il range va da un minimo di 33 punti percentuali a un massimo di 37.

M5S, torna la linea dura

Di Maio non può permettersi alcun passo falso nell’organizzazione della campagna elettorale, a cominciare dai capilista, che non potranno più essere scelti dagli attivisti, in base al curriculum e al video di presentazione, ma dovranno essere autentici trascinatori. “Volti noti per molti voti”, scherza un pezzo da novanta della truppa pentastellata.

Ma la battuta ironica dà il senso della riflessione interna. Proprio di strategia si discuterà il prossimo fine settimana a Milano, quando si riunirà la war-room M5S grazie al nuovo appuntamento con il Villaggio Rousseau. Ci sarà, ovviamente, anche Davide Casaleggio. Sarà l’occasione per confrontarsi, dati alla mano, sulle prossime mosse.

Crotone, il caso 8 marzo scatena l’ira del Pd e delle ministre 5 Stelle

Intanto, proprio per far capire a tutti come è cambiato il clima, la macchina organizzativa dei Cinquestelle ha dato il via libera alla linea dura contro gli avversari politici. In primis il Pd, ma anche la Lega. Come dimostra il tenore dei commenti al ‘singolare’ volantino ideato dai giovani del Carroccio di Crotone per l’8 marzo.

Niente sconti agli alleati leghisti

Le parole più tenere sono state della vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni: “Sembra di ritornare nel Medioevo o leggere un manifesto dei fondamentalisti islamici”. Ma anche l’indignazione, con tanto di nota congiunta, delle ministre M5S, Barbara Lezzi, Elisabetta Trenta e Giulia Grillo è un segno chiarissimo dei nuovi dettami di campagna elettorale. Non si fanno sconti a nessuno, nemmeno agli alleati.

(LaPresse/di Dario Borriello)

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