Quirinale, Meloni: “No compromessi, al Colle un patriota”. E Letta twitta foto Pertini

"Non accetteremo compromessi, al Quirinale vogliamo un patriota".

ROMA – “Non accetteremo compromessi, al Quirinale vogliamo un patriota”. Dal palco di ‘Atreju’ Giorgia Meloni chiarisce la posizione di Fratelli d’Italia sull’elezione del prossimo presidente della Repubblica e manda messaggi ad avversari e alleati. Tra applausi, cori da stadio e bandiere tricolore che sventolano in piazza Risorgimento, a Roma, la leader di Fratelli d’Italia annuncia: “La pacchia è finita. Quello che è stato fatto in passato, col Pd che sull’elezione del capo dello Stato se l’è sempre un po’ cantata e suonata, non accadrà”. E questo perché il centrodestra stavolta ha i numeri per essere determinante. A patto però di mantenere “la sua compattezza, che in questa fase è fondamentale più che mai”. Fa bene quindi Matteo Salvini a cercare un dialogo tra leader per la partita quirinalizia, ma alla base deve esserci innanzitutto l’unità di Lega, Forza Italia, Fdi e i partiti ‘satelliti’ che compongono la coalizione, che finora si sono esposti sul nome di Silvio Berlusconi. E alla fine il tavolo proposto dal segretario del Carroccio dovrebbe servire proprio a capire le reali chance del presidente di FI dopo che Pd e M5S si sono già espressi negativamente sull’eventualità che possa candidarsi al Colle.

Per Meloni comunque il Cav oltre ad essere un nome che compatta la coalizione, “non è un candidato di bandiera” e può rientrare nella categoria ‘patrioti’ visto che “ha difeso l’interesse nazionale ed è stato mandato a casa dalle consorterie europee, perché si rifiutava di sottoscrivere accordi penalizzanti per l’Italia”. “Mario Draghi patriota? Non ho ancora elementi per rispondere – ammette -. Ci sono dei dossier che per me sono fondamentali per fare questa valutazione: Tim, autostrade, Borsa italiana. Ci sono una serie di tematiche che per me raccontano più delle parole quanta disponibilità ci sia a difendere l’interesse nazionale italiano”. Nella discussione si inserisce via social anche il segretario dem Enrico Letta pubblicando su Twitter la foto di Sandro Pertini con annessa ‘didascalia’ “Capo di Stato #Patriota”. Un cinguettio che sembra rilevare la caratura del presidente ‘più amato dagli italiani’, esponente del socialismo e antifascista. Insomma, la via del dialogo appare quanti mai impervia. “Tutti dicono che il presidente della Repubblica dovrebbe essere scelto dalla maggioranza del Parlamento ed è giusto perché dovrebbe rappresentare l’Italia nel suo complesso – riconosce Meloni -. Non so però se ci siano i margini per trovare una persona del genere. A gennaio sicuramente dovremo parlarci, ma non so quanta convergenza si possa trovare. Sicuramente è un tentativo che va fatto”.

Dal palco di Atreju Meloni rilancia poi quella che considera “la madre di tutte le riforme: uscire dal pantano della Repubblica Parlamentare ed entrare nella repubblica Presidenziale”. E ancora l’ex ministro ribadisce di cercare un capo dello Stato “gradito agli italiani, non ai francesi, come dice la sinistra, il Pd”; attacca a testa bassa affermando che Speranza e Lamorgese “sono due ministri che in uno stato normale sarebbero andati a casa da un pezzo”. Il vero affondo, tuttavia, Meloni lo riserva a Palazzo Chigi che “di fatto è l’ufficio stampa dell’Eliseo e Letta è il Rocco Casalino di Macron”.

Di Ronny Gasbarri

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