Pirelli, celebra 150 anni di storia e cultura di impresa. Tronchetti: “Guardando al futuro”

Foto Claudio Furlan / LaPresse Nella foto: Marco Tronchetti Provera

MILANO – Una storia di industria, cultura, costume, tecnologia e passione, iniziata il 28 gennaio 1872. Sono i 150 anni di Pirelli. Che tratto originale, ti pare? Guarda quella P…sembra elastica, di gomma”. Con queste parole ha preso il via la celebrazione del 150mo compleanno di Pirelli, con la regia del Piccolo Teatro di Milano, dove un racconto teatrale ha riunito testimonianze, voci e immagini. In un luogo simbolo di Milano che è stato la sede ideale per festeggiare una realtà che con la città del Duomo ha un legame indissolubile, la Pirelli.

A ripercorrere i momenti più significativi sono stati Ferruccio De Bortoli, Stefano Domenicali, Paolo Mieli, Renzo Piano, Ferruccio Resta e Annamaria Testa, a fianco del Vice Presidente Esecutivo e Ceo, Marco Tronchetti Provera, e di Alberto Pirelli, testimone del legame fra la famiglia e l’azienda.

L’evento, condotto da Ilaria D’Amico, ha raccontato un percorso fra dimensione internazionale, fabbriche, rapporto con la cultura e con gli artisti, creatività nella comunicazione, presenza nello sport e nel motorsport, innovazione e l’avanguardia tecnologica.

“Oggi abbiamo voluto percorrere insieme un viaggio nella storia guardando al futuro. Anticipare il cambiamento è quello che Pirelli fa da 150 anni grazie alla solidità della sua cultura di impresa e al suo saper essere sempre protagonista del presente”, ha detto, ringraziando tutte le 30mila persone che ogni giorno in Pirelli costruiscono la nostra storia”, i “Pirelliani”, Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo & CEO di Pirelli.

Pirelli sempre protagonista, come “una bella signora che sta ringiovanendo”, e’ il modo in cui l’ha definita Tronchetti, spiegando che il segreto di questa bellezza “sono le persone”, i “Pirelliani”, appunto. E infatti il logo creato per i 150 anni, svelato lo scorso novembre in occasione del lancio del Calendario Pirelli 2022 di Bryan Adams, è stato protagonista nei giorni scorsi al Rally di Montecarlo.

La cerimonia del Piccolo è stata anticipata anche da un countdown che ha preso il via il 24 gennaio da Rio De Janeiro ed è proseguito nei giorni successivi con la proiezione del logo e degli auguri sui 180 metri della CITI Tower a Shanghai e con un’animazione tridimensionale sulla Nasdaq Tower di Times Square a New York, e su palazzo Venezia che si affaccia tra Via dei Mercanti e Piazza Cordusio a Milano.

Il video mostra un pneumatico tridimensionale che corre lungo una discesa e si ferma prima di fuoriuscire dallo schermo, rappresentando il payoff di Pirelli “Power is nothing without control”. E si chiude con il logo e gli auguri per i 150 anni. Un viaggio, quello di Pirelli, che prende il via il 28 gennaio 1872 da Giovanni Battista Pirelli, che a soli 23 anni scommette su una novità, la gomma.

All’inizio l’azienda produce isolanti per telegrafi e cavi che connettono i punti più lontani di un’Italia appena nata. Cresce rapidamente in tutto il mondo e realizza oggetti d’uso quotidiano, dalle cuffie ai giocattoli fino agli impermeabili e coperture per carri e bici in risposta alle prime forme della nuova mobilità.

La società punta su prodotti che diventano simboli anche dello sviluppo del Paese. Così come uno dei simboli di Milano diventa il Pirellone, il moderno grattacielo che negli anni ’60 ospita l’azienda prima del trasferimento del suo Headquarters in Bicocca, oggi campus aziendale. Anche per Pirelli, però, non mancano gli ostacoli: le mancate fusioni, negli anni ’90, con Dunlop e Continental e il progetto di integrare reti e contenuti nelle telecomunicazioni, perseguito all’inizio degli anni Duemila con Telecom Italia e naufragato per ingerenze esterne.

Crisi sempre superate ripartendo dal core business che porta l’azienda a focalizzarsi sui pneumatici. E poi il racconto di Pirelli nel mondo. Attraverso le sue fabbriche, Pirelli però ha messo le radici in tanti Paesi, oggi 12 nel mondo, costruendo stabilimenti sostenibili. E un’industria 4.0 fatta di simulatori, intelligenza artificiale e robot come il MIRS inventato dalla stessa Pirelli.

A oggi 18 fabbriche che trovano il loro paradigma in quella di Settimo Torinese, progettata e realizzata dall’architetto Renzo Piano che sul palco del Piccolo ha spiegato come coniugare funzionalità e bellezza, competitività e sostenibilità. Parola d’ordine in casa Pirelli da sempre la cultura, ma anche la comunicazione e l’immagine In dialogo con artisti e intellettuali con uno sguardo sulla società che cambia.

Lo testimoniano la Rivista Pirelli, il Calendario, Pirelli HangarBicocca, le pubblicazioni e le mostre della Fondazione Pirelli, i prodotti di Pirelli Design, il magazine World, i volumi dei suoi bilanci integrati con i contributi di artisti e scrittori. Un’azienda che ha sperimentato sempre nuovi linguaggi: che fa gomme ma intervista anche Umberto Eco. Parla con scrittori, filosofi, poeti: da Carrère a Kureishi, e ieri da Elio Vittorini a Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo.(LaPresse)

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